Riuscire a comunicare verso l’esterno un progetto appena concluso è uno degli aspetti essenziali dell’interior design. Che si progetti e realizzi un’abitazione, un ristorante, un negozio o una struttura turistica, è fondamentale e obbligatorio raccontare, descrivere la propria idea e la sua materializzazione nel reale. Per questo la fotografia è la congiunzione perfetta tra la realizzazione e il mondo esterno. Per raccontare questo fil rouge abbiamo intervistato Lara D’Appollonio della D’Appollonio Photography (www.dappolloniopht.com). Lara, dopo la laurea presso La Sapienza a Roma e l’Erasmus alla Sorbonne di Parigi, ha proseguito i suoi studi alla Central Saint Martin di Londra, prima di iniziare la sua esperienza di fotografa pubblicitaria nella capitale britannica, dove ha aperto l’agenzia nel 2008. Dopo 5 anni è tornata in Italia per proseguire la sua attività professionale.

Quanto è importante la fotografia nell’interior design?
Lo è nel 95% dei casi, ovvero in tutte quelle occasioni in cui non sarà possibile vedere dal vivo il lavoro concluso. Quanti di voi hanno visto il Taj Mahal dal vivo? Pochi. La foto vi porta in un luogo che non potete vedere, il fotografo è il mediatore tra lo spazio e il fruitore.
Qual è il compito del fotografo che deve scattare immagini di un lavoro di interior design?
Trovare la magia degli spazi, non solo raccontarli per come sono, ma narrarne la storia, il mood e il mistero. Come? Attraverso le luci e le forme, che sono le basi dell’interior design. Il mio compito è quello di valorizzare e sottolineare il lavoro concluso.

Qual è il momento migliore per scattare durante la giornata?
Dipende e diffidate da chi vi dice che esiste un solo momento adatto durante il giorno. Ogni spazio rende il suo meglio in momenti diversi. Questo dipende principalmente dall’esposizione, tanto che nei miei sopralluoghi la bussola è il primo strumento di lavoro. Uno spazio può avere una migliore esposizione la mattina, mentre altri vengono valorizzati, grazie anche ad un lighting sofisticato, verso la sera. Ci sono spazi che solitamente associamo ad una luce mattiniera, come per esempio un bar, una biblioteca o un ufficio, mentre altri vengono enfatizzati con una luce crepuscolare o notturna, come ad esempio club o camere da letto.

Come cambia la fotografia tra un locale commerciale ed un’abitazione?
Solitamente un’abitazione mi viene commissionata dai progettisti o dagli architetti, che utilizzeranno le foto scattate su riviste o su siti. In questo caso il mio lavoro deve sottolineare il loro lavoro intellettuale, la scelta delle soluzioni per gli spazi e il loro stile. Gli esercizi commerciali, invece hanno bisogno di immagini anche per la promozione dei locali, come ristoranti o hotel, dove non solo devo raccontare i luoghi, ma devo creare il giusto mood che poi avvicinerà i futuri clienti.

Tutti dicono che la fotografia sia catturare l’istante, è vero anche per l’interior design?
Assolutamente no, io preparo l’istante: giorni prima verificando le condizioni meteorologiche, per assicurarmi che ci sia la giusta luce, controllando che gli spazi siano arredati come vorrei che venissero fotografati, studiando gli accostamenti cromatici con largo anticipo, preparando le luci fotografiche dove l’illuminazione naturale o artificiale non sia sufficiente. Tutto questo significa, in essenza, che non può esistere improvvisazione, senza parlare del fotoritocco indispensabile dopo lo scatto: avete mai visto su una rivista di design un filo volante o una canalina?

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Le immagini di interior design sulle riviste regalano sempre spazi molto belli: è sempre così dal vivo?
La sfida del bravo fotografo si vede nei casi più difficili, quando bisogna trovare il bello. Ogni spazio ha una sua storia e l’importante è evidenziarne soprattutto i lati migliori.
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Dove scegli di far poggiare principalmente l’attenzione di chi guarda le foto?
L’interior design non lavora per vendere un cuscino o una candela, quindi il mio compito è di mostrare la scelta dell’arredamento degli spazi con la loro luce migliore. Ci si concentra troppo sui dettagli e non sul progetto artistico dell’interior designer, che al contrario preferisco valorizzare fotografandone le scelte di spazio e composizione, rispettando religiosamente le simmetrie e prospettive. Nella fotografia di interior, le immagini storte sono una blasfemia.