La notizia è quella che tutti attendevano: l’ecobonus al 110% ha visto raddoppiare i fondi a disposizione, ma soprattutto è vicino al traguardo della proroga fino al 2023.

Il numero di domande per accedere a questo ricchissimo incentivo statale sono letteralmente esplose, ma in molti si sono trovati bloccati di fronte ad un muro burocratico invalicabile. Le norme infatti erano estremamente restrittive, soprattutto per le doppie verifiche castatali e urbanistiche e questo ha finito per spegnere l’entusiasmo per una misura economica che doveva fare da volano per l’economia martoriata dall’emergenza Covid.
Del resto le premesse erano allettanti: lo stato ha messo a disposizione un “bonus” corrispondente al 110% della somma richiesta per un ristrutturazione ecocompatibile, che fosse in grado di migliorare la classe energetica dell’abitazione almeno di due livelli. L’efficientamento energetico è la condizione imprescindibile e “trainante” che permette di trainare tutti gli altri interventi accessori. Cosa significa in poche parole? Che la sostituzione delle finestre, della caldaia e la costruzione di un cappotto termico permettono di far comprendere nel 110% anche gli lavori edili conseguenti. All’interno quindi può essere incluso un progetto di ammodernamento generale della casa, che sia un appartamento o una villa privata.

Nel momento in cui la documentazione è in regola e presentata nei giusti termini lo stato concede due possibilità: una detrazione oppure la cessione del credito alla ditta incaricata o in alternativa ad un istituto bancario che eroga il credito.
Il piano per recovery fund supera i limiti dell’Ecobonus

Come detto il sistema di richiesta previsto inizialmente è stato elaborato in una forma talmente complessa da rendere difficile la presentazione e la conseguente accettazione della domanda. Questo ha generato una risposta largamente inferiore al previsto e per questo l’aggiornamento della normativa ha inserito delle modifiche nel piano per il Recovery Fund – il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I tempi di chiusura dell’ecobonus al 110% sono intanto stati temporaneamente confermati al 30 giugno 2022, ma è praticamente certa l’estensione fino a tutto il 2023.

I fondi inoltre sono stati allargati fino a 18 miliardi di euro, così da poter aumentare l’eventuale platea di utilizzatori. Una ulteriore modifica è quella del tempo di recupero per la detrazione fiscale. La cifra infatti sarà ripartita in cinque anni invece di dieci. Va ricordato che all’interno dell’Ecobonus al 110% rientra anche un eventuale impianto fotovoltaico ed il miglioramento dell’impianto elettrico dell’abitazione.
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C’è un ultimo passaggio che necessitò ancora dell’approvazione del governo, ma che le fonti danno per certo: l’iter amministrativo sarà notevolmente semplificato, tanto che potrebbe bastare una semplice Cila per avviare i lavori ed accedere al bonus: questa diventa un’occasione davvero unica per poter ristrutturare e ringiovanire tutto il parco immobiliare del nostro paese, non solo attraverso un netto miglioramento energetico, ma anche con una trasformazione, in bello, della casa in cui si vive o dell’abitazione messa a rendita: ora o mai più.
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